RAPPORTO ISTAT SULLA NATALITÀ: L'ITALIA CHE INVECCHIA, POCHI FIGLI E MAMME SEMPRE PIÙ "VECCHIE"
Si riducono ulteriormente le nascite e aumentano le mamme over 40. Le donne straniere residenti in Italia hanno mediamente un figlio in più rispetto alle italiane
(20 Marzo 2010) - Dopo lo Studio "Dal lavoro al Pensionamento" presentato pochi giorni fa al Consiglio Nazionale dell'Economia e del Lavoro, un'altra ricerca ci porta a constatare che l'Italia è un Paese che invecchia inesorabilmente. Si tratta questa volta dei dati diffusi dall'Istat relativamente agli "Iscritti in anagrafe per nascita". Il Dossier sulla natalità mostra che in Italia si continuano a fare pochi figli, si parla di 7.000 bambini in meno rispetto al 2008, anno in cui era stato raggiunto il record di natalità di 1,42 neonati per ogni donna residente, un numero piuttosto modesto, che pur tuttavia ha rappresentato il massimo storico degli ultimi anni. Un massimo relativo che facendo riferimento alle attuali statistiche appare difficilmente superabile, le stime per il 2009 appaiono infatti nettamente più basse.
Il Rapporto mostra l'aumento del numero delle mamme ultraquarantenni, che rappresentano il 5,7 % del totale. L'andamento è visibilmente in crescita, basti pensare che nel 1995 le nascite da mamme quarantenni sono state 12.383, nel 2008 si è raggiunta quota 32.578. Di pari passo si riduce il numero dei nati da madri di età inferiore ai 25 anni, che nel 2008 erano poco più di 64.000, ossia l'11,1% del totale.
Aumenta poi il numero dei nati da genitori non coniugati, nel 2008 si contano oltre 102 mila nati, circa il 19,6% del totale, più del doppio rispetto al 1995, quando i nati da coppie non sposate rappresentava poco più dell'8%.
Non c'è da meravigliarsi se si considera che l'Italia è il Paese in cui è più difficile conciliare lavoro e maternità , come ricordato anche nel rapporto presentato lo scorso Febbraio da Manageritalia, secondo il quale in Italia oltre un quarto delle donne occupate abbandona il lavoro dopo la maternità. Ma a differenza di ciò che avviene negli altri Paesi Europea, successivamente ai primi tre anni di vita del bambino non si verifica un graduale ritorno al lavoro in seguito, solo in Italia infatti il tasso d'occupazione delle donne continua a calare al crescere dell'età dei figli.
Secondo i dati OCSE nel 2050 più di un italiano su 3 avrà oltre i 65 anni. Una situazione estremamente preoccupante, che come spiegato durante la presentazione del già citato rapporto "Dal Lavoro al Pensionamento", esige delle politiche che favoriscano il proseguimento dell'attività lavorativa e il posticipo del pensionamento dei lavoratori. Argomento perlomeno controverso.
Auspicabilmente in maniera prioritaria, dovrebbero essere favorite le politiche in favore della maternità, oggi sempre più sacrificate a favore della flessibilità del mercato del lavoro. Ma anche efficaci politiche di integrazione appaiono essenziali per il ringiovanimento del nostro Paese. Il rapporto Istat mostra infatti come siano le donne straniere a contribuire in modo decisivo all'innalzamento della natalità nel nostro Paese. Nel 2008 le cittadine straniere residenti in Italia hanno avuto in media 2,31 figli per donna, in diminuzione rispetto agli ultimi anni, ma pur sempre un figlio in più rispetto alle italiane.
Allo stato attuale, in assenza di politiche che favoriscano efficacemente un'inversione di tendenza, tutte le previsioni statistiche mostrano una situazione sconcertante, di cui a pagarne le spese saranno soprattutto i trentenni di oggi: sopraffatti da una precarietà e flessibilità difficilmente conciliabile con la maternità e la paternità, con la prospettiva, già ben presente, del problema irrisolto di cosa accadrà quando non saranno più in grado di lavorare.
Anna Laura Casano
20/03/2010