ci sono parole ed espressioni dialettali che talvolta possono lasciarci perplessi perchè il loro significato in italiano è molto diverso. Faccio un esempio: io sono di Bologna ma da anni ormai abito a Forlì. Sono due città apparentemente vicine ma....quando è nata mia figlia, lo zio di mio marito è venuto a trovarci per conoscere la piccola e quando l'ha vista mi ha detto: "è proprio una bella bastardazza". Io mi sono offesa!! In italiano "bastardo" è un termine dispregiativo e significa che il bambino è illegittimo, è nato al di fuori del matrimonio. Potete immaginare come mi sono sentita.... Solo successivamente mi hanno spiegato che in dialetto romagnolo "bastardaz" è un termine affettuoso per indicare i bambini.
Conoscete altre parole o espressioni in dialetto che in italiano hanno un significato molto diverso?
Parlando con una amica lombarda di un'altra amica romagnola che abbiamo in comune, le ho detto "Sai con Elena abbiamo fatto i bambini assieme". L'amica lombarda ha pensato che avessimo quindi prole in comune, ma in realtà in dialetto romagnolo quella frase significa essere cresciuti assieme
Inserito da samantha turci il Ven, 22/05/2015 - 15:23.
sì sì è vero! io sono di Cesena e in Romagna si usa ancora molto questa espressione. I bambini, o meglio i ragazzi poi sono i BURDEL che è usato per tutti anche nel senso di "Oh ragazzi!!!"
Non so se sia un'espressione solo triestina, ma 'quartiere/quartierino' in triestino indica un appartamento. A 15 anni, appena arrivata da Bologna, ho detto a scuola che i miei volevano comprare un quartiere in una certa zona della città. Mi hanno riso in faccia e detto: 'si vede che c'han dei soldi!' . Imbarazzo.
So che a Terni se dici "andiamo a magnà" si pensa a due fidanzatini che vogliono andare a baciarsi. A Gubbio semplicemente "andiamo a magnà" significa andare a mangiare... dico questo perchè mi era capitato di usare un'espressione simile a Terni al punto da suscitare una reazione un pò stupita da parte di altre persone presenti, e naturalmente abitanti del posto.
Inserito da aferraresi il Lun, 22/04/2013 - 16:37.
Non so quanto sia diffuso, ma nella mia zona (la bassa modenese) si dice "ti dò una noce" per dire in modo scherzoso "ti dò un pugno" (ad es.: "comportati bene o ti dò una noce!")
Inserito da vinicio corrias il Gio, 17/07/2014 - 00:12.
Una volta parlando con un'amica romagnola ho usato la parola 'andito' per dire 'corridoio'.
In Sardegna è abbastanza comune usare i due termini indistintamente, e così mi sembra anche siano intesi nei dizionari, ma lei sostenne di non averla mai sentita prima.
Stessa cosa successe con la parola 'temperalapis' che in Sardegna è usata come sinonimo di 'temperamatite'. Lei non l'aveva mai sentito dire.
Inserito da michelabertozzi il Gio, 17/12/2015 - 19:01.
Un'altra espressione "pseudo-italiana" che dicevano sempre i miei nonni è "fare l'amore" nel senso moderno di "essere fidanzati", tipo "quando io e tua nonna facevamo l'amore..." per intendere "quando eravamo fidanzati". Ricordo le prime volte il mio grande stupore e imbarazzo...
Concordo! Io sono dell'alta padovana e anche mia nonna usa la stessa espressione. Non so se sia una variante della zona, ma lei tende a dire "veniva a farmi l'amore", quando ancora non erano ufficialmente fidanzati. Credo che in questo senso abbia più il significato di "quando mi faceva la corte".
Una mia coinquilina siciliana tipicamente usava l'espressione "sto tornando" quando usciva di casa, per dire "torno subito". La prima volta che l'ho sentita mi ha lasciato decisamente perplessa visto che l'azione è esattamente l'opposto!
Sono dell'entroterra pesarese e, quando devo chiudere a chiave la porta, la cosa che mi viene da dire più spontaneamente è "devo inchiavare la porta". Quando ho convissuto per la prima volta con ragazze di altre zone e l'ho detto si sono messe a ridere in modo malizioso...! Altre espressioni che dico e ho scoperto non essere naturali per tutti sono: "andare oltre/venire oltre" (=andare là/venire qui), "piatto cupo" (=piatto fondo), "fare basta" (=smettere di fare qualcosa)
Inserito da FEDERICA.CECCOLI il Lun, 11/01/2016 - 20:41.
Ho studiato un anno a Torino e invece del classico "come stai?", le persone mi chiedevano: "com'è?"! In Romagna questa espressione non la utilizziamo, o almeno credo, e la prima volta che mi è stata rivolta la domanda "com'è?" al posto di "come stai?" non sapevo davvero a cosa facessero riferimento e quindi nemmeno cosa rispondere!!
Inserito da Saber Mahmoud il Ven, 15/01/2016 - 15:19.
Sull'autobus a Cagliari sento una signora anziana dire a una ragazza cinese che le è seduta accanto: ''Signorina, quanto calza di piede?''. Mi sono venute in mente subito ''le calze'', ma non ho capito cosa voleva dire. Dopo averlo ripetuto alla ragazza, ho capito che voleva dire ''Che numero porta? oppure ''che taglia porta''. La ragazza cinese, invece, le ha chiesto scusa credendo di averle dato un copla di piede. Non so se si tratta di un'italianizzazione del sardo oppure di un italiano ricercato.
Sì sì Saber Mahmoud! Giustissimo! Calzare le scarpe significa indossare delle scarpe (o anche i guanti o un vestito) o portare un certo numero di scarpa (es. calzo il 38 = porto il numero 38). Calzare le scarpe si dice in italiano: è un modo di dire corretto e non credo che sia sardo...anzi ne sono sicura perché si dice anche nel resto del paese. Non è nemmeno particolarmente ricercato, è corretto anche se si usa di più Che numero di scarpe porti?. Credo (ma non sono proprio sicurissima) che venga dal latino....mi sembra di ricordare che i calzari fossero proprio le scarpe indossate dai soldati romani e che "calzare" come indossare le scarpe venga da quell'uso. Ma sono ricordi di scuola e potrei sbagliare:):)
Rispetto al tema del forum quindi "quanto calza di piede?" non è un'espressione regionale. Le altre espressioni si riferiscono a qualcosa che in italiano vuole dire una cosa ma che in una regione o zona specifica ha un altro significato. Come "fare l'amore" scritto da Erika o come "bastardo" del primo commento (a proposito questo non lo avevo mai sentito ed è tremendooooo).
Inserito da samantha turci il Lun, 25/01/2016 - 15:13.
"HO RIMASTO"!!! Il dialetto romagnolo coniuga il verbo avere con rimanere!!!
Questo modo di dire è così diffuso che raramente si corregge anche a scuola, tanto che io l'ho scoperto all'Università grazie a compagni del sud che era un errore gravissimo!!
E tutt'ora lo sento dire anche da alcuni miei colleghi insegnanti....
Mia madre, di origine emiliana, alla mia nascita venne avvicinata da una conoscente che mi indicò col termine "bagai".
quella parola in dialetto emiliano significa "cosa inutile e di nessun valore". In dialetto lombardo vuol dire "bambino".
Sempre in lombardo "bocia" individua "il giovane apprendista muratore"
Parlando con una amica lombarda di un'altra amica romagnola che abbiamo in comune, le ho detto "Sai con Elena abbiamo fatto i bambini assieme". L'amica lombarda ha pensato che avessimo quindi prole in comune, ma in realtà in dialetto romagnolo quella frase significa essere cresciuti assieme
confermo "fare i bambini insieme"! Ogni volta che ho sentito questa espressione a Forlì non ho potuto trattenere le risate!
sì sì è vero! io sono di Cesena e in Romagna si usa ancora molto questa espressione. I bambini, o meglio i ragazzi poi sono i BURDEL che è usato per tutti anche nel senso di "Oh ragazzi!!!"
non conosco il dialetto!
Non so se sia un'espressione solo triestina, ma 'quartiere/quartierino' in triestino indica un appartamento. A 15 anni, appena arrivata da Bologna, ho detto a scuola che i miei volevano comprare un quartiere in una certa zona della città. Mi hanno riso in faccia e detto: 'si vede che c'han dei soldi!' . Imbarazzo.
So che a Terni se dici "andiamo a magnà" si pensa a due fidanzatini che vogliono andare a baciarsi. A Gubbio semplicemente "andiamo a magnà" significa andare a mangiare... dico questo perchè mi era capitato di usare un'espressione simile a Terni al punto da suscitare una reazione un pò stupita da parte di altre persone presenti, e naturalmente abitanti del posto.
Non so quanto sia diffuso, ma nella mia zona (la bassa modenese) si dice "ti dò una noce" per dire in modo scherzoso "ti dò un pugno" (ad es.: "comportati bene o ti dò una noce!")
Una volta parlando con un'amica romagnola ho usato la parola 'andito' per dire 'corridoio'.
In Sardegna è abbastanza comune usare i due termini indistintamente, e così mi sembra anche siano intesi nei dizionari, ma lei sostenne di non averla mai sentita prima.
Stessa cosa successe con la parola 'temperalapis' che in Sardegna è usata come sinonimo di 'temperamatite'. Lei non l'aveva mai sentito dire.
La ricchezza della lingua non ha eguali...
"Pilla" in gergo bolognese vuol dire denaro . Es. Et d'la pilla
Un'altra espressione "pseudo-italiana" che dicevano sempre i miei nonni è "fare l'amore" nel senso moderno di "essere fidanzati", tipo "quando io e tua nonna facevamo l'amore..." per intendere "quando eravamo fidanzati". Ricordo le prime volte il mio grande stupore e imbarazzo...
Concordo! Io sono dell'alta padovana e anche mia nonna usa la stessa espressione. Non so se sia una variante della zona, ma lei tende a dire "veniva a farmi l'amore", quando ancora non erano ufficialmente fidanzati. Credo che in questo senso abbia più il significato di "quando mi faceva la corte".
credo si usi solo in romagna ma per noi MOROSO e MOROSA è il compagno, con cui semmai già si convive o la prima simpatia fra i banchi di scuola
Si comprende un po' tutto. "Ti presento il mio moroso ".... un classico!
Una mia coinquilina siciliana tipicamente usava l'espressione "sto tornando" quando usciva di casa, per dire "torno subito". La prima volta che l'ho sentita mi ha lasciato decisamente perplessa visto che l'azione è esattamente l'opposto!
Sono dell'entroterra pesarese e, quando devo chiudere a chiave la porta, la cosa che mi viene da dire più spontaneamente è "devo inchiavare la porta". Quando ho convissuto per la prima volta con ragazze di altre zone e l'ho detto si sono messe a ridere in modo malizioso...! Altre espressioni che dico e ho scoperto non essere naturali per tutti sono: "andare oltre/venire oltre" (=andare là/venire qui), "piatto cupo" (=piatto fondo), "fare basta" (=smettere di fare qualcosa)
Ho studiato un anno a Torino e invece del classico "come stai?", le persone mi chiedevano: "com'è?"! In Romagna questa espressione non la utilizziamo, o almeno credo, e la prima volta che mi è stata rivolta la domanda "com'è?" al posto di "come stai?" non sapevo davvero a cosa facessero riferimento e quindi nemmeno cosa rispondere!!
Sull'autobus a Cagliari sento una signora anziana dire a una ragazza cinese che le è seduta accanto: ''Signorina, quanto calza di piede?''. Mi sono venute in mente subito ''le calze'', ma non ho capito cosa voleva dire. Dopo averlo ripetuto alla ragazza, ho capito che voleva dire ''Che numero porta? oppure ''che taglia porta''. La ragazza cinese, invece, le ha chiesto scusa credendo di averle dato un copla di piede. Non so se si tratta di un'italianizzazione del sardo oppure di un italiano ricercato.
Sì sì Saber Mahmoud! Giustissimo! Calzare le scarpe significa indossare delle scarpe (o anche i guanti o un vestito) o portare un certo numero di scarpa (es. calzo il 38 = porto il numero 38). Calzare le scarpe si dice in italiano: è un modo di dire corretto e non credo che sia sardo...anzi ne sono sicura perché si dice anche nel resto del paese. Non è nemmeno particolarmente ricercato, è corretto anche se si usa di più Che numero di scarpe porti?. Credo (ma non sono proprio sicurissima) che venga dal latino....mi sembra di ricordare che i calzari fossero proprio le scarpe indossate dai soldati romani e che "calzare" come indossare le scarpe venga da quell'uso. Ma sono ricordi di scuola e potrei sbagliare:):)
Rispetto al tema del forum quindi "quanto calza di piede?" non è un'espressione regionale. Le altre espressioni si riferiscono a qualcosa che in italiano vuole dire una cosa ma che in una regione o zona specifica ha un altro significato. Come "fare l'amore" scritto da Erika o come "bastardo" del primo commento (a proposito questo non lo avevo mai sentito ed è tremendooooo).
Ecco ho controllato sul dizionario on line della Garzanti
http://www.garzantilinguistica.it/ricerca/?q=calzare%201
"HO RIMASTO"!!! Il dialetto romagnolo coniuga il verbo avere con rimanere!!!
Questo modo di dire è così diffuso che raramente si corregge anche a scuola, tanto che io l'ho scoperto all'Università grazie a compagni del sud che era un errore gravissimo!!
E tutt'ora lo sento dire anche da alcuni miei colleghi insegnanti....